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A ZONZO SUL RENO
(a cura di Roberto D'Angelo)



L’esperienza insegna che nel tempo uno stesso luogo di pesca può risultare più o meno appetibile a seguito di molteplici circostanze.

La natura e gli interventi per mano dell’uomo sono le cause che condizionano tale stato di cose: frane, piene eccezionali, inquinamenti, lavori in alveo per il prelievo di materiali inerti o per realizzare impianti idroelettrici ed altro ancora.
Quante volte ho sentito dire “quel posto era meraviglioso ed ora purtroppo è da dimenticare”.
Non voglio dilungarmi su queste, se pur importanti, problematiche; desidero invece sottoporre ai lettori un tratto di un fiume che ritengo essere al momento degno di nota in senso del tutto positivo.
Tale situazione, eventi naturali a parte, si deve alla cura di persone che considerano il loro comprensorio, fiume compreso, bene prezioso da conservare e valorizzare al meglio sia per motivi ambientali che per fini turistici.
Entro in argomento per illustrare il bel tratto, lungo vari chilometri, del fiume Reno che si snoda dalla località Setteponti, dove riceve le limpide acque del torrente Orsigna, fino alla bella cittadina di Porretta Terme, il tutto in provincia di Bologna.
Da Porretta Terme fino alla confluenza con il torrente Orsigna ci sono circa 15 chilometri di fiume che offrono differenti possibilità di divertimento per chi decida di frequentare il fiume Reno lungo questo tratto.
A mio avviso ci sono almeno cinque zone dove sfogare la propria passione di pesca, potendola così indirizzare sia ai salmonidi che ai ciprinidi
Infatti c’è solo l’imbarazzo della scelta in quanto nel tratto in parola ci sono ben due zone regolamentate “no kill” che interessano complessivamente circa cinque chilometri, mentre i rimanenti sono liberi nel rispetto della Legge Regionale dell’Emilia Romagna, in particolare con riferimento alle zone classificate “D” (acque da salmonidi e timallidi) e “C”. Da evidenziare che da Ponte della Venturina fino a Setteponti il fiume Reno in sponda destra fa da confine fra l’Emilia Romagna e la Toscana.

LE SPECIFICHE ZONE DI PESCA E LORO CARATTERISICHE

La prima zona d’interesse per la cattura di grossi cavedani, barbi ed anche di qualche bella trota si trova proprio all’altezza dell’abitato di Porretta Terme, dove la Provincia di Bologna ha istituito una “Zona a Regime Speciale di Pesca – Tratto a rilascio obbligatorio – La Pesca è consentita solo con ami privi di ardiglione, è vietato l’uso del cestino, il pescato deve essere immediatamente rilasciato”.
Questa la dicitura dei numerosi cartelli che contrassegnano il “lungo” fiume per poco meno di due chilometri a partire da sopra la Pescaia dell’ex PAI-DEMM (ora Graziani Trasmissioni) fino al ponte dove c’è il Santuario della Madonna del Ponte, zona comunque tutta di categoria “C” ed aperta a tutti i possessori di licenza di pesca.
Qui è un vero spettacolo perché basta affacciarsi ad una spalletta per vedere branchi di cavedani, molti dei quali oltre il chilo di peso, muoversi in cerca di cibo; presenti, anche se meno visibili, molti barbi, vaironi e qualche bella trota, in particolare nelle due grandi pescaie centrali. In genere questi pesci sono piuttosto smaliziati, ma utilizzando lenze molto leggere ed ami piccoli, c’è proprio da divertirsi confrontandosi con pesci di taglia.
In merito al parcheggio delle auto, essendo proprio dentro l’abitato, è necessario fare attenzione ai vari cartelli, che in alcuni casi indicano la sosta a pagamento.
Per scendere sul fiume il punto più comodo è quello che si trova, dopo avere attraversato il ponte che porta alla Stazione FS, sulla sinistra all’inizio del grande parcheggio a lato della stazione (dove la sosta delle auto è però consentita per 90 minuti); da qui in pochi metri si arriva alla bella e ricca piana dove si immette il Rio Maggiore.
Per una completa illustrazione dell’intera zona ricordo il mio articolo su la nostra Rivista del dicembre 2005 (n 12) dal titolo “Il Reno a Porretta Terme”.
La seconda zona, non così ricca di pesce in quanto zona libera e classificata ancora di categoria “C”, è quella che inizia subito a monte del Ponte dove termina la Zona “no kill” (Santuario della Madonna del Ponte), arriva alla confluenza del torrente Limentra di Sambuca (all’altezza dell’abitato di Ponte della Venturina) e prosegue poi fin sotto lo sbarramento del piccolo bacino di Molino del Pallone. L’intero tratto, lungo circa cinque chilometri e dalle caratteristiche torrentizie, è comunque discretamente popolato da molti barbi, cavedani, vaironi e trote, a volte anche di taglia.
Da Ponte della Venturina il fiume Reno scorre per alcuni chilometri molto incassato rispetto alla S.P. n. 632 che lo costeggia; qui i sentieri per raggiungere l’alveo sono pochi e molto scoscesi e si trovano dove ci sono i cartelli che indicano la categoria delle acque a salmonidi.
Risalendo, alla confluenza con il Limentra, bisogna prendere il corso di destra e cioè il fiume Reno, che ha meno portata d’acqua dell’affluente, in quanto il rilascio d’acqua della diga dell’ENEL di Molino del Pallone lascia molto a desiderare.
Il 9 di aprile scorso, quando ho fatto le foto per l’articolo, non ho visto cadere una sola goccia d’acqua nel corso sottostante il manufatto, mentre ho notato il defluire dell’acqua del Reno nella galleria che alimenta il vicino bacino di Pavana. Qui mi è venuto in mente l’obbligo da parte dei gestori di dighe (purtroppo ritengo solo “morale” per quelle di vecchia data) del “Deflusso Minimo Vitale” giornaliero. Speriamo che qualcosa si muova per non lasciare centinaia di metri, se non chilometri, di fiume in condizioni assolutamente anomale.
Se la seconda zona, seguendo questa mia personale suddivisione, rimane la meno interessante per il motivo della carenza d’acqua, le cose cambiano radicalmente a partire dal piccolo invaso di Molino del Pallone.
A partire dal bacino (incluso) fino al confine con la Toscana in località Setteponti, le acque sono classificate di categoria “D” (Salmonidi e timallidi) per cui è necessario, oltre alla licenza di pesca, essere in possesso del prescritto Tesserino per la pesca controllata (gratuito) rilasciato in loco presso l’Ufficio del Turismo di Porretta Terme e presso la sede del Comune di Granaglione a Molino del Pallone.
Per arrivare sul piccolo specchio d’acqua è necessario scendere a piedi la ripida strada di servizio, chiusa da una catena, al cui inizio vi è il cartello che indica l’invaso dell’ENEL.
Sia nel bacino che nel tratto a monte le trote non mancano in virtù dei buoni ripopolamenti di fario effettuati sia dalla Provincia di Bologna che dalle Pro Loco di Molino del Pallone e di Biagioni.
Questa terza zona è la più corta perché dopo circa un chilometro e mezzo inizia, a partire dal ponte a Molino del Pallone, la “Zona a regime Speciale di Pesca – Tratto a rilascio obbligatorio”.

Considero questa quarta zona un’ottima opportunità specie per gli appassionati di pesca a mosca.
Il tratto è lungo intorno ai tre chilometri e termina al ponte pedonale sotto l’abitato di Biagioni. Recentemente, oltre alle tante trote presenti, è stato ripopolato, a cura della società MAYFLY di Bologna (presidente Alberto Vaccari) con un quintale di bellissime trote fario di ceppo mediterraneo della taglia dai 25 ai 40 centimetri. Aperto il 1° giugno dell’anno passato, conta già un’ottima affluenza di pescatori provenienti da varie regioni italiane.
Per notizie dettagliate su questa interessante e bella zona NO KILL rimando i nostri lettori al mio articolo uscito sul n. 8 di PESCA IN del 2006 dal titolo “Trote, Reno e Treno!”.
Ma non è finita qui perché a monte della zona a regime speciale, vi è un altro tratto di Reno molto bello e suggestivo che faccio terminare in località Setteponti (confine fra l’Emilia Romagna e la Toscana), proprio all’altezza dove il torrente Orsigna, altro corso da salmonidi di buon interesse, alimenta notevolmente il corso principale con acque fresche e pulite.
Questo a mio avviso merita di essere considerato in modo particolare per più motivi: sono oltre quattro chilometri di corso dove la portata d’acqua si mantiene buona anche durante il periodo estivo e soprattutto perché vi è una notevole presenza di salmonidi.
Lungo questo tratto, che può essere risalito senza particolari difficoltà, vi sono quattro belle briglie dove stazionano le trote più belle (e sicuramente più scaltre!); soltanto le ultime due costringono ad uscire dall’alveo del fiume per superarle.
Le discese al fiume si trovano in alcuni punti: alla Casina, all’altezza del fosso Olivacci (o del Partigiano), a Casa Chiombi, a Casa Piattella (fosso Piattella) proprio a fianco dell’ex fabbrica del ghiaccio (chiusa dopo la seconda guerra mondiale ed ora in fase di ristrutturazione) e a Sette Ponti. Prima dell’apertura alla trota del corrente anno hanno concorso a ripopolare l’intero tratto, compreso quello a valle di Molino del Pallone e come già accennato, sia la Provincia di Bologna che le due locali Pro Loco con ben due quintali e mezzo di fario di misura.
Ricordo ancora che siamo in Zona “D” dove è obbligo segnare sul tesserino prima di iniziare a pescare la data del giorno, il codice del sottobacino e subito dopo ogni cattura effettuata (massimo 5 salmonidi di misura non inferiore ai 22 centimetri).


VIABILITA’ E NUMERI UTILI

Premesso che tutto il tratto è servito dalla linea ferroviaria Porrettana, che collega Bologna a Pistoia, e che sul tratto illustrato (circa 15 chilometri) vi sono ben quattro Stazioni: Porretta Terme, Ponte della Venturina, Molino del Pallone e Biagioni-Lagacci, per cui ci si può andare a pescare anche in treno considerata l’immediata vicinanza con il fiume, le due strade per raggiungere i posti descritti sono la S.S. n. 64 da Bologna fino a Ponte della Venturina e la S.P. n. 632 che da questa località arriva a Pistoia.
In quanto alla recettività non ci sono particolari problemi sia per dormire che per mangiare a Porretta Terme, per cui consiglio per eventuali soggiorni di contattare l’Ufficio Informazioni Accoglienza Turistica (I.A.T.) ai seguenti riferimenti: Tel. 0534.22021 – FAX 0534.22328 - e-mail: iat@comune.porrettaterme.bo.it - www.comune.porrettaterme.bo.it
Orario d’ufficio: da metà giugno a settembre da lunedì a sabato 9,00-12,30 e 16,30-19, la domenica 10-13.
Da ottobre ai primi di giugno da lunedì a sabato 8,30-14,30.
L’Ufficio I.A.T. rilascia anche il tesserino gratuito per le acque di categoria “D” dietro presentazione della Licenza di Pesca o del bollettino di CCP per i pescatori provenienti dalla Regione Toscana. Per quanto riguarda le località di Molino del Pallone e di Biagioni, facenti parte del Comune di Granaglione consiglio di rivolgersi al signor Renato Mattioli, attuale presidente della Pro Loco di Biagioni ai seguenti numeri telefonici: 347 8837064 o 0534 778057.


Testo e foto di Roberto D'Angelo
Pro Loco Molino del Pallone - Alta Valle del Reno - Via Roma, 14 - Molino del Pallone - 40045(BO) - Cell:338.334.3333 - Tel/Fax: 0534.62468 - Email: info@molinodelpallone.it
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